Garibaldi è riuscito, con ottocento settentrionali scalzi e tremila picciotti arrembanti, a prendere Palermo, una città difesa da ventimila uomini, perché è un dilettante. Luigi Cadorna, generale professionista, riuscirà a perdere tredici, dico tredici, battaglie dell’Isonzo, con morti a decine di migliaia.
Il Risorgimento visto non più attraverso la lente della celebrazione e della retorica, con i suoi protagonisti liberi da impegni di padri della patria, e come strumento di analisi della società italiana di oggi, figlia così simile a quella di allora.
Il diario risorgimentale di Luciano Bianciardi, attraverso una miscellanea di scritti, assemblati in forma di diario diretto di chi a quegli avvenimenti partecipò, con la mente e con il cuore.
Letteratura di qualità contro il conformismo, l'omologazione e la prepotenza dei grossi. Queste parole di Marcello Baraghini ben rappresentano il tipo di letteratura che vogliamo proporre.